Food lab di gastronomia siciliana che interpreta materie prime agricole locali attraverso ricette e procedimenti sperimentali. Baluardo di attrazione culturale, professionale e turistica contro lo spopolamento e l'inaridimento del territorio.
Produzione di condimenti e salse sul modello del food lab nordico, ma con materia prima agricola siciliana
Due cose ci piacciono particolarmente, la gastronomia autentica - tanto nei suoi radicamenti arcaici che nelle ramificazioni sperimentali più accese - e il nostro territorio, quello dell'entroterra siciliano. Forti di un retroterra esperienziale maturato nel mondo del cibo, secondo specializzazioni che spaziano dalla produzione agricola alla trasformazione, dall'artigianato pasticciere alla comunicazione pubblicitaria e giornalistica, abbiamo deciso di fondare Conza per portare a compimento i percorsi di ciascuno di noi - sette soci, di cui quattro under 40 e tre di poco "over" - proprio nel luogo al quale dobbiamo tutto.
A Leonforte (EN) e nei dintorni nasce, se non altro in embrione, la formazione culinaria, estetica e sensoriale che ci caratterizza; questa stessa terra ha costretto con il suo cinico fatalismo alcuni di noi a partire, convinto altri a restare, solo per invitare infine tutti, col pretesto della creazione di questa azienda e un gesto materno, a tornare.
Produciamo salse, condimenti, bevande partendo dallo sconfinato patrimonio agroalimentare del territorio: ricombiniamo questi elementi secondo processi tutt'altro che tradizionali per pervenire a risultati nuovi in grado di abbattere i muri dei cliché entro i quali la gastronomia siciliana, per compiacenza e ruffianeria turistica, troppo spesso si auto-censura. Così fave larghe e lenticchie nere diventano shoyu di ispirazione nipponica, le erbe spontanee e gli agrumi caratterizzano kombucha fermentati, i frutti abbondanti si trasformano in aceti di fico d'india o pesca, le passate di pomodoro e le cipolle di Giarratana escono intrise di fumi e speziature diventando salse barbecue di carattere.
Ma non crediate che vogliamo solo fare cose buone da mangiare: noi vogliamo dare vita nuova a questo posto. Vogliamo che i ragazzi di quest'isola nell'isola possano vedere tra le nebbie della sfiducia un'alternativa concreta come una montagna, che possano capire che costruire è ancora possibile e potrà esserlo sempre di più, vogliamo possano credere. Sogniamo un domani prossimo in cui la scelta di emigrare sia appunto una scelta volontaria, compiuta con l'obiettivo di acquisire o affinare competenze, e non più risultato di un'insostituibile necessità.
Vogliamo un territorio vivo, che attrae persone, idee, imprese, eventi di rilievo, energie, bellezza e capitali. Vogliamo che il potenziale agroalimentare e gastronomico della nostra Sicilia possa esprimersi a pieno, libero da sovrastrutture, e toccare di luce ogni ambito delle cose umane. Vogliamo essere i primi che avranno innescato questa rivoluzione, non per un record, non per l'ego, ma perché a questa terra, nonostante tutto, lo dobbiamo.